L’orazione di Giove, nel Primo Dialogo dello Spaccio de la bestia trionfante, mostra un ulteriore motivo del perché nel frontespizio l’opera è dichiarata stampata a Parigi. Lo Spaccio è concepito e nasce dopo la Cena de le ceneri e quindi dopo le offese che Bruno ha dovuto subire in Oxford, dove si è messo in dubbio la sua cultura; è possibile che Bruno abbia inteso ribadire come ancor prima di traversare la Manica egli possedesse una approfondita conoscenza del cosmo; l’elenco costellazione per costellazione, la loro posizione nella volta celeste, il numero delle stelle, le stelle che le circondano isolate da esse ed i richiami mitologici che ne sono stati spunto rappresentano l’occasione per dimostrare ai “dottori di Oxford” che nessuno è in grado di fargli da maestro in quelle due discipline, e ovviamente, anche in tutte le altre.
L’elenco delle costellazioni è certamente completo; non sono solo le principali ad essere elencate, ma ognuna di esse, anche le più piccole, e persino quelle stelle che si trovano isolate tra le costellazioni come “que’ doi Asini che luceno nel spacio di Cancro”, pur essendo “non maggiori che de la quarta grandezza”.
È l’occasione per Giove di ribadire la necessità del riordino del cielo, arrivando persino a fare una profonda autocritica, avendo posto in cielo le immagini delle sue “conquiste amorose” e di meschine vendette da lui perpetrate come per “quel Bove, verso il principio del zodiaco…? Per ciò che è quel Giove (oimé!) che rubbò la figlia a Cadmo. Che Aquila è quella che nel firmamento s’usurpa…? Lasso, è quel Giove che ivi celebra il trionfo del rapito Ganimede…Quella Orsa, quella Orsa, o dei … è stata messa? Forse a fine che non sia occhio, che non veda l’incendio ch’assalse il padre de gli dei appresso l’incendio de la terra per il carro di Fetonte…altro fuoco m’accese il petto, che dal splendor del volto de la vergine Nonacrina [Callisto figlia del re Licaone, compagna di caccia della dea Artemide] …commesi il sacrilego stupro, violai la compagnia di Diana.”
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